Una incontro dedicato alla ricerca scientifica per discutere del suo ruolo, delle sue prospettive future e dell’importanza che ha nella promozione dell’innovazione all’interno della società civile. Su “The European Research Council and the impact of frontier research” e organizzato dall’ateneo patavino assieme all’Erc (European Research Council), come si apprende dal giornale il Bo, si è svolto nell’aula magna il 27 aprile scorso; ai lavori hanno partecipato Rosario Rizzuto, rettore dell’università di Padova, il presidente dell’Erc, Jean Pierre Bourguignon, Patrick Aebischer (ex presidente dell’Epfl di Losanna), la ricercatrice del Politecnico di Torino Valentina Cauda e il rettore dell’università Bocconi e chairman dell’High Level Group on Own Resources of the Eu, Mario Monti. Aprendo i lavori Rizzuto ha sottolineato il ruolo dell’ateneo padovano nella ricerca scientifica, ricordando la conferma del primato delle classifiche Anvur e come “l’università di Padova – ha sostenuto – investa una grande fetta del suo budget nella ricerca scientifica e come impieghi risorse nella chiamata di ricercatori che provengano dall’estero”. Per il rettore la centralità della ricerca scientifica e la sua eccellenza “è fondamentale per lo sviluppo della società moderna”. All’interno di questa mission, il ruolo dell’Erc, dalla sua nascita, è stato ed è fondamentale: “L’Erc – ha aggiunto Rizzuto – ha cambiato in positivo il modo di fare ricerca attraverso la promozione della scienza di base, un sistema rigoroso di peer review per tutte le ricerche scientifiche presentate e attraverso lo stimolo nel creare dei team forti tra ricercatori e istituzioni preposte ad ospitarli”. In questa direzione va anche la chiamata, fortemente voluta dal rettore, di 27 ricercatori, vincitori di un grant ERC attualmente in forza all’università di Padova. Il presidente dell’European Research Council Bourguignon ha rimarcato i principi cardine che guidano l’istituzione e la sua strategia: “Supporto per gli scienziati, peer review, supporto per la ricerca in tutti i suoi campi e una mission per finanziare quegli stessi di campi di ricerca ‘difficili’” ma che possono portare a scoperte di grande rilievo, come l’innovazione”. E se l’Erc ha come missione il rinforzare l’eccellenza e la creatività della ricerca a livello europeo, il budget a disposizione deve essere all’altezza: i fondi a disposizione dell’Erc sono cresciuti in modo esponenziale negli anni fino ad arrivare agli attuali 13 miliardi di euro all’interno di Horizon 2020 (2014-2020). Dalla sua nascita l’istituzione ha finanziato 6.900 progetti e il 71% delle application ha raggiunto risultati di successo, tanto che il 7% di esse è riuscita a inserirsi nel cerchio ristretto delle pubblicazioni scientifiche con maggiori visualizzazioni e condivisioni (la cosiddetta top 1%). “Ho dato la mia vita per le istituzioni – ha detto Mario Monti (foto) – dapprima con le università da cui non sono ancora uscito, poi anche attraverso la Commissione europea, la presidenza del governo italiano e ora di nuovo all’interno della UE. La storia dell’Erc è di successo e l’Unione europea deve essere orgogliosa di un programma di questo tipo che genera sviluppo nella società e utili a lungo termine”. Doveroso, per l’ex presidente del Consiglio italiano, che “l’European research council continui a essere messo nella condizione di operare e prosperare a livello economico”.