La presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani ha partecipato al valico italo-sloveno di Fernetti (Trieste), al tradizionale scambio di auguri tra le maggiori organizzazioni sindacali di Italia e Slovenia a ridosso del Primo maggio (foto). Hanno preso parte alla cerimonia i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Villiam Pezzetta, Giovanni Fania, Giacinto Menis, nonché Dusan Semolic e Peter Majcen, i presidenti nazionali di Zsss e KS 90, le due sigle slovene più rappresentative. La libera circolazione dei lavoratori è uno dei fondamenti sui quali si fonda l’Unione Europea: sono i contenuti della dichiarazione comune siglata nel municipio di Monrupino dai cinque leader sindacali, dopo la cerimonia di Fernetti. Nel documento si chiede “un immediato e definitivo ritiro delle disposizioni europee che limitano e ostacolano la mobilità tra i paesi di questa area che colpiscono e lavoratori frontalieri e la mobilità delle persone tra Croazia, Slovenia e Italia. Serracchiani ha detto che bisogna dare “maggiore attenzione alle persone che per motivi di lavoro ogni giorno attraversano il confine e chiediamo che questo attraversamento sia reso più semplice. Questo incontro ha un significato particolare, simbolico, perché in questo momento i nostri confini, per la cui apertura noi tutti abbiamo lavorato, si alzano nuovamente e creano difficoltà ai lavoratori”, ha aggiunto Serracchiani parlando sotto la targa ricordo che dal 2006 è un omaggio, come recita la dicitura, “alle lavoratrici e ai lavoratori frontalieri protagonisti di convivenza di diritti senza confini in una Europa di pace”. “La presenza, quest’anno, anche della Regione – ha spiegato Serracchiani – è tesa a sensibilizzare i nostri Paesi alla ricerca di soluzioni che mettano in condizioni le persone di potersi spostare nel miglior modo possibile in questo momento così complicato. Ci sono ovviamente aspetti legati alla sicurezza che richiedono più controlli, dall’altra parte però questo è un territorio che vive anche di lavoro transfrontaliero. Chiediamo perciò soluzioni che diano la possibilità ai lavoratori di varcare i confini in tutela della sicurezza e allo stesso tempo in tempi brevi. Quello che stiamo vedendo in questi giorni, infatti, oggettivamente non aiuta le nostre economie”.

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