Nel palazzo Grandi Stazioni, la Regione ha presentato il bando che finanzia con 8 milioni di euro progetti per l’inserimento lavorativo temporaneo di disoccupati di lungo corso e persone a rischio di esclusione sociale: comuni, associazioni, enti non profit e istituzioni pubbliche avranno tempo sino al 28 aprile per presentare iniziative che prevedano lavori di pubblica utilità ed esperienze di cittadinanza attiva per offrire opportunità di reddito e di inserimento sociale a persone senza stipendio e senza pensione. Dal 2009, anno di inizio della crisi in Veneto, ad oggi, i progetti di lavori di pubblica utilità finanziati con bandi regionali hanno offerto una opportunità lavorativa a circa 1600 disoccupati, coinvolgendo il 70 per cento dei comuni veneti, con un impegno di spesa per la Regione di circa 6 milioni di euro.
Con il bando 2017 la Regione Veneto erogherà sino a 5 mila euro per ogni persona occupata con un contratto temporaneo di sei mesi, che preveda almeno 20 ore di lavoro la settimana e un impegno formativo o di orientamento al lavoro di almeno 14 ore. “Con le risorse del Fondo sociale europeo previste per l’obiettivo inclusione sociale – secondo l’assessore Elena Donazzan – riusciremo ad offrire una opportunità di lavoro a 1300 persone senza reddito, padri e madri di famiglia che hanno perso il lavoro e non hanno più tutele, ad esodati rimasti senza stipendio e senza pensione, a persone a rischio di esclusione sociale. Le persone assunte per progetti di pubblica utilità e di cittadinanza attiva avranno cura del verde e dell’ambiente, si occuperanno della custodia di impianti sportivi e biblioteche, o saranno destinati a servizi culturali e di assistenza domiciliare. All’esperienza lavorativa sono abbinati percorsi di orientamento e di formazione, perché l’obiettivo ultimo dei lavori di pubblica utilità non è solo offrire un reddito temporaneo, ma soprattutto una opportunità di inserimento occupazionale. La finalità ultima di questi progetti è riuscire ad offrire una opportunità concreta di inserimento lavorativo a chi è finito o sta scivolando sotto la soglia di povertà. Le rilevazioni condotte sui progetti attuati negli anni scorsi ci dicono che a dodici mesi dalla conclusione dell’inserimento lavorativo temporaneo il tasso di occupazione lordo è stato del 73%”.