Le famiglie italiane sono mediamente indebitate per un importo pari a 20.341 euro. Nell’insieme, i “passivi” accumulati con le banche e gli istituti creditizi ammontano a 525,9 miliardi di euro. I dati sono riferiti al 31 dicembre 2016. Rispetto alla stessa data del 2015, l’ “esposizione” bancaria è aumentata dell’1,6 per cento. A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA (ass.artigiani e piccole imprese di Mestre). Sebbene lo stock dei debiti sia in aumento, la situazione rimane critica, ma non drammatica. In larga parte l’incremento è riconducibile alla mini-ripresa registrata dai consumi interni. Nei primi 6 mesi del 2016, ad esempio, i prestiti bancari alle famiglie consumatrici per l’acquisto delle abitazioni sono aumentati, rispetto l’anno precedente, dell’1,2 per cento e quelli per il credito al consumo del 5,5 per cento. A livello territoriale le famiglie più in “rosso” sono ubicate in Lombardia. Al primo posto ci sono quelle residenti nella provincia di Milano, con un debito di 29.304 euro; al secondo posto quelle di Monza-Brianza, con 28.901 euro e al terzo posto le residenti a Lodi, con 27.744 euro. Appena fuori dal podio scorgiamo quelle di Varese, con un debito medio che ammonta a 27.198 euro e quelle di Como, con 27.108 euro. La prima provincia non lombarda che troviamo in questa particolare graduatoria è Prato: le famiglie di questa realtà toscana si collocano al 6° posto e sono indebitate per 26.988 euro. Subito dopo troviamo Roma, con 26.792 euro e Siena, con 25.624 euro. Le meno esposte in questa graduatoria, invece, sono le famiglie residenti nella provincia di Reggio Calabria, con un’esposizione di 10.037 euro, quelle di Vibo Valentia, con un debito di 9.284 euro, quelle di Ogliastra, con 9.151 euro. Infine, le famiglie meno indebitate d’Italia si trovano a Enna, con un “rosso” pari a 9.072 euro. Per indebitamento medio delle famiglie consumatrici italiane, tiene a precisare l’Ufficio studi della CGIA, si intende quello originato dall’accensione di mutui per l’acquisto di una abitazione, dai prestiti per l’acquisto di un auto/moto e in generale di beni mobili, dal credito al consumo, dai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili, etc. Come vanno interpretati i risultati emersi a livello t
erritoriale? “Premesso che le aree provinciali più appesantite dai debiti sono quelle che
presentano i livelli di reddito più elevati – ha dichiarato il coordinatore dell’Ufficio studi
Paolo Zabeo –è evidente che anche in queste zone tra gli indebitati vi sono molti nuclei appartenenti alle fasce sociali più deboli. Tuttavia, le forti esposizioni bancarie di questi territori, soprattutto a fronte di significativi investimenti avvenuti negli anni scorsi nel settore immobiliare, non destano particolari problemi che, invece, scontiamo in altre aree del Paese, in particolar modo nel Sud”. Un quadro più generale lo descrive il Segretario della CGIA Renato Mason: “Dal 2010 al 2016 la variazione del debito nazionale delle famiglie consumatrici è stato del +8,8 per cento mentre l’inflazione del +7,4 per cento. Tuttavia, va segnalato che dopo il picco massimo toccato nel 2011 le esposizioni sono scese costantemente fino al 2014, per ritornare a salire negli anni seguenti fino a raggiungere il livello record di 525,9 miliardi di euro nel 2016”. Merita comunque una riflessione la situazione in cui si trovano le famiglie più in difficoltà: “Da sempre la maggiore incidenza del debito sul reddito – ha concluso Zabeo – si riscontra nelle famiglie economicamente più deboli, vale a dire in quelle a rischio povertà ed esclusione sociale. I dati dell’Istat, purtroppo, ci dicono che negli ultimi 10 anno i nuclei in difficoltà economica sono tornati a crescere di numero, visto che gli effetti della crisi hanno accentuato, anche in Italia, il divario tra poveri e ricchi”.