Ogni anno, circa 7.700.000 contribuenti affidano ai Consorzi di bonifica la sicurezza dei propri patrimoni immobiliari e quella personale, realizzata tramite attività costanti di salvaguardia idrogeologica del territorio con la gestione e la manutenzione ordinaria della rete idraulica e di irrigazione. Il dato è stato reso noto da Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e della Acque Irrigue (Anbi), intervenuto ad un convegno a Montichiari (Brescia). “E’ l’unico esempio di federalismo fiscale applicato, giacchè le risorse vengono utilizzate nel territorio, da cui provengono ed il cui utilizzo può essere facilmente controllato dall’opinione pubblica – prosegue il Presidente Anbi – E’ una risorsa aggiuntiva alla fiscalità ordinaria, testimonianza di quell’attenzione al territorio, che una ricerca Anbi-Swg ha indicato tra le priorità degli italiani”. I Consorzi di bonifica, che sono organi di autogoverno e forte espressione di sussidiarietà del territorio, sono attivi su oltre la metà della superficie italiana, nella quale rientra tutta la pianura, la maggior parte della collina ed anche una porzione, seppur minore, di aree montane; oggi, fortemente ridotta l’operatività di Province e Comunità montane, gli enti consorziali risultano essere fondamentali per la gestione di attività interessanti un’area vasta, assumendo, di fatto, il ruolo di ente intermedio. “Tale ruolo – conclude Vincenzi – sopperisce anche, per quanto possibile, alla quasi completa scomparsa di quelle guardie ecologiche volontarie, rappresentate dalle aziende familiari e dai piccoli imprenditori agricoli; ciò soprattutto nelle aree interne del Paese, quali quelle della dorsale appenninica, idrogeologicamente tra le più fragili”. Analogamente va evidenziato come dei 7.100.000 ettari di pianura serviti dal reticolo idraulico minore, ben 1.200.000 richiedano il sollevamento meccanico dell’acqua, attraverso le centrali idrovore, che preservano il territorio dal permanere delle acque di pioggia, che ne pregiudicherebbero la vivibilità e lo sviluppo.