La rassegna cinematografica “Paesaggi che cambiano”, organizzata dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche e intitolata Campi lunghi: note su cinema e agricoltura, prosegue il 22 marzo (h 21.00), nell’auditorium degli spazi Bomben di Treviso, con la proiezione di “Fango sulle stelle” di Elia Kazan (foto). Una delle imprese più emblematiche del New Deal, voluto dal presidente Roosvelt per fronteggiare la grande crisi seguita al crollo del 1929, fu la costruzione della diga sul fiume Tennessee: a partire da questo aggancio alla storia, Kazan ha costruito un dramma nel quale il vecchio e il nuovo – rappresentati dall’anziana proprietaria Ella (Jo Van Fleet) e dal funzionario governativo Chuck (Montgomery Clift) – conservano entrambi ragioni e, di conseguenza, generano reciproche incomprensioni, sullo sfondo di una natura maestosa e terribile, esaltata dal Cinemascope. La storia è per noi doppiamente leggibile nel film, perché ricostruisce lo spirito di fiducia del New Deal nella capacità delle opere pubbliche di generare progresso, nel 1933, e perché documenta la speranza innescata dall’inizio della presidenza Kennedy, nel 1960, quando il film fu girato. Racconta il curatore della rassegna Luciano Morbiato: “Kazan approfitta della plasticità del paesaggio, che riempie lo schermo del cinemascope, per disporre al suo interno i personaggi, le loro aspirazioni e le loro relazioni: anche per questo film dunque può essere ripetuto il giudizio di Truffaut sul talento “essenzialmente decorativo” di Kazan, che non limita ma esalta le qualità intrinsecamente cinematografiche della sua opera. […] La sequenza d’apertura riprende immagini documentarie in bianco e nero della furia delle acque di piena del wild river (così il titolo originale) che sommergono terreni e abitazioni, segue l’intervista a un sopravvissuto, ma siamo già nella “finzione” del film, che continua con il sorvolo dell’aereo che trasporta il protagonista sulla vasta superficie, apparentemente tranquilla, del bacino fluviale con le isole nei meandri: è la natura, cui la vecchia Ella Garth proclama di voler restare fedele nella sua isola e assieme ai suoi braccianti neri. Il presidente Roosvelt, con il decreto del 18 maggio 1933, ha invece deciso di imbrigliare la forza selvaggia della natura, ma per la vecchia individualista si tratta di “imbrogliare” (“Sarebbe quello che voi chiamate progresso”). Così lo scontro di Chuck, l’uomo dei tempi nuovi, è duplice: con la mentalità del pioniere, di cui Ella è l’esempio, e con i bianchi fermi alla segregazione”. Il programma si conclude il5 aprile alle 21 con Corn Island di George Ovashvili (Georgia, 2015, 100’). Con Luciano Morbiato presenterà il film il professor Luigi Magarotto, docente di Lingua e letteratura georgiana all’Università Ca’ Foscari di Venezia.

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