Guggenheim Intrapresæ, in collaborazione con Bologna Business School, ha presentato, nella storica cornice di Villa Guastavillani, sede della scuola di management dell’Università di Bologna, “Fabbricatori di cultura. Questo è avvenuto il 15 marzo. Dal modello Guggenheim Intrapresæ a nuove forme di creatività aziendale. A partire dall’esperienza e dal modello di Guggenheim Intrapresæ, gruppo unito e appassionato di 22 aziende che da 25 anni sostiene le attività della Collezione Peggy Guggenheim, il dibattito, dinamico e coinvolgente, ha raccolto racconti di imprenditori innovatori, invitati a far conoscere al pubblico i propri esempi di filantropia e il ruolo dell’estro creativo nei propri processi industriali. “Fabbricatori di cultura” ha visto l’alternarsi sul palco di filantropi illuminati quali Anna Zegna, presidente della Fondazione Zegna, Enrico Loccioni, Presidente del Gruppo Loccioni, Giovanna Forlanelli, General Manager di Rottapharm Biotech S.r.l. e Vice Presidente Fondazione Luigi Rovati, Thomas Girst, Global Head of Cultural Engagement del Gruppo BMW, “European Cultural Manager of the Year” 2016 e Alessandro Chiesi, Head of Europe di Chiesi Farmaceutici S.p.A. e Presidente Associazione “Parma, io ci sto!”. Presenti in sala diversi rappresentanti del gruppo Guggenheim Intrapresæ: Igor Zanti, di Ied Venezia e moderatore dell’incontro, Pino e Riccardo Bisazza di Trend, Giulio Feltrin di Arper, Micaela Portinari per Hangar Design Group, Giancarlo Mastella di Allegrini, Elena Ronzoni per Florim, Paolo Cavallo del Gruppo Campari e Ambra De Marco per Safilo. Hanno aperto l’incontro i saluti di Alfredo Montanari, Managing Director della Bologna Business School, e di Gabriele Corte, Responsabile Area Italia di BSI. “In un’ottica lungimirante, il museo può rappresentare un luogo di incontro ideale per le aziende”, così Philip Rylands, direttore del museo veneziano e ideatore nel 1992 insieme a Michela Bondardo di Guggenheim Intrapresæ, è entrato poi nel vivo del dibattito in cui arte, creatività e impresa hanno fatto da protagoniste. “La cultura è una forma di cambiamento, che può muovere e trasformare” ha affermato Anna Zegna, presentando due progetti legati all’arte contemporanea che coinvolgono l’omonima Fondazione. Visible, progetto di ricerca nell’ambito dell’arte contemporanea, nato da un’intuizione dell’artista Michelangelo Pistoletto, e All’Aperto, nato nel 2008 nell’area attorno a Trivero, con l’intento di rendere più fruibile l’accesso all’arte contemporanea e ai suoi valori, grazie a una serie di opere permanenti realizzate “su misura”, rivolte sia alla collettività locale che a tutti i visitatori. “La nostra cultura d’impresa è valorizzare le persone, sempre” ha poi proseguito nel suo intervento Enrico Loccioni, presidente del Gruppo Loccioni, “Idee, persone e tecnologie sono al centro della nostra azienda, e anima e valori sono lo scopo intangibile e tangibile del nostro lavoro”. Un altro esempio illuminato di filantropia è stato poi presentato da Giovanna Forlanelli, che ha raccontato dell’ambizioso progetto che vedrà l’apertura, a fine 2018, di un museo di arte etrusca a Milano. L’iniziativa, che nasce da una passione originaria, l’amore per l’antichità, e da una importante collezione di vasi etruschi appartenente alla famiglia, è di per sé nuova anche per la Fondazione Luigi Rovati, di cui la Forlanelli è vice-presidente, ma trova le sue radici in una lunga storia di responsabilità sociale maturata nell’impresa, un’esperienza decennale basata su progetti innovativi, e spesso visionari, sull’arte e sulle sue applicazioni educative e formative. “L’arte non è estranea nemmeno all’economia” così Thomas Girst ha successivamente spiegato i benefici per un’azienda che investe nell’arte e ha indicato i principi guida di un tale investimento: puntare sulla libertà assoluta del potenziale creativo, poiché la portata innovativa dell’opera d’arte si riflette sull’immagine dell’azienda, e legare il nome dell’azienda a un formato in modo esclusivo e a lungo termine. “La cultura è una delle leve migliori per valorizzare il territorio e le sue imprese”, così Alessandro Chiesi ha introdotto il progetto “Parma io ci sto!” una associazione che oggi conta 99 soci tra imprenditori e imprese del territorio di Parma, nata nel 2016 dall’idea di cinque promotori: Alessandro Chiesi, Guido Barilla, Andrea Pontremoli, l’Unione Parmense degli Industriali e Fondazione Cariparma. È con l’obiettivo di creare iniziative di eccellenza e valorizzazione del territorio che “Parma, io ci sto!” seleziona e sostiene i diversi progetti dedicati ai quattro petali simbolo delle eccellenze del territorio: la Cultura è una di queste. A chiudere il convegno Michela Bondardo, “Nessun altro museo al mondo avrebbe accettato di sperimentare in modo così innovativo questa nuova forma di sostegno”, ha affermato la Bondardo, raccontando la genesi di quello che tutt’oggi è il primo e unico esempio in Italia di Corporate Membership di un museo.

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