In Adriatico la “trivellazione selvaggia” per cercare giacimenti petroliferi e gas, come avvenuto a Marinza, vicino a Fier, in Albania, possono provocare gravi incidenti che paiono confermare le perplessità di tutti gli ecologisti. In Albania, informano le agenzie, compresa Italintermedia, poteva essere una dramma: una trivella della “Bankers Petroleum Limited”, che è una società albanese controllata da un gruppo canadese, ha causato una perdita incontrollata di gas, con ripetute esplosioni. C’è stato un allarme civile: molte persone dei sobborghi di Fier sono state svegliate dal rimbombo di una forte esplosione seguita da altri scoppi. In pochi minuti, dall’area delle trivellazioni i boati si sono succeduti con frequentazione e le mura delle case hanno tremato: era accaduto che dopo la perforazione di un nuovo pozzo materiali inerti hanno iniziato ad emergere in superficie frammisti a fango, acqua e gas. La prima esplosione, sostiene la società canadese, è avvenuta a circa 1400 metri di profondità ed ha poi innescato tutte le altre ma l’accaduto è stato ridimensionato. I tecnici dell “Bankers petroleum” hanno tentato di governare la situazione lanciando via altoparlante messaggi che dicevano che il gas non poteva essere dannoso. Da ore sul posto ci sono esperti del min della difesa. Attualmente sessanta famiglie che vivono nei pressi dei pozzi di petrolio sono state allontanate; molti residenti però non sono stati disposti a lasciare le loro case per paura di possibili saccheggi. La società petrolifera ha detto che sta continuando a fermare la perdita e conta di restituire presto i residenti alle loro case e quindi avviare l’operazione per la bonifica della zona interessata. A Marinza è stato anche il ministro dell’energia Damian Gjiknurk il quale ha verificato l’area chiedendo informazioni sulle preoccupazioni dei residenti e sui danni causati dall’esplosione del gas.