Il presidente di Confindustria Padova, Massimo Finco, sulla soluzione per il rilancio della Superstrada Pedemontana Veneta, ha rilasciato una dichiarazione. “Il completamento della Pedemontana veneta è fondamentale per ridurre il deficit infrastrutturale che frena le aziende venete e ci allontana dall’Europa, una soluzione andava trovata assumendosene la responsabilità come ha fatto la Regione. Detto questo, è inconcepibile che – ha sottolinerato il pres.degli industriali padovani – una Regione come il Veneto che vanta un residuo fiscale medio, cioè la differenza tra le risorse prelevate e quelle erogate al territorio, di oltre 18 miliardi di euro (circa 3.600 euro pro-capite) si veda costretta a reintrodurre l’addizionale Irpef sui suoi cittadini per reperire le risorse necessarie al completamento di quest’opera. Sarebbe bastato trattenere anche solo una piccola parte del gettito versato allo Stato per reperire i 300 milioni necessari al closing della Pedemontana e anche le risorse per altri investimenti indispensabili per il sistema infrastrutturale e per la competitività del territorio. Il tema di una maggiore autonomia del Veneto e delle Regioni più virtuose va rimesso al centro della trattativa con il Governo, non per ragioni strumentali di consenso, che personalmente non mi interessano, ma per l’obiettivo di un regionalismo più efficiente, che responsabilizzi le autonomie e riconosca a quelle più virtuose ulteriori ambiti di competenza e autonomia, anche fiscale, fermo restando l’impegno alla perequazione nazionale. Il referendum consultivo su una maggiore autonomia del Veneto, ha concluso Finco, può essere l’occasione per porre con rinnovata forza la questione sul tavolo del Governo”. Anche la Cgia di Mestre (ass.artigiani e piccole industrie) ha emesso una nota sulla Pedemontana e sull’annunciata introduzione dell’Irpef. “Non terminare la Pedemontana Veneta costerebbe economicamente di più dei 300 milioni di euro del mutuo che la Regione Veneto dovrà accendere, finanziando la manovra con la reintroduzione dell’addizionale Irpef regionale”.
Lo afferma la Cgia che ha stimato il probabile ritorno virtuoso dal completamento dell’opera: “la non realizzazione dell’opera – ha sostenuto la Cgia – ci priverebbe di un impatto economico che nel decennio successivo al completamento della superstrada, 2020-2030, sarebbe di oltre 2 miliardi di euro che dovrebbero dar luogo a poco più di 27.000 unità di lavoro”. “A fronte di un costo complessivo di 2,25 miliardi di euro – ha spiegato il segretario della Cgia, Renato Mason – il Pil aggiuntivo derivante dalla realizzazione della Pedemontana dovrebbe attestarsi sui 2,3 miliardi di euro”. Un volano economico in grado di creare nel periodo di cantiere “almeno 32.000 unità di lavoro nei territori interessati dall’attraversamento dell’autostrada”.