La Regione,insieme ai geografi dell’Università di Verona, ha realizzato un’indagine sulle vicende passate dei territori vicentini che avrebbero potuto essere destinati a casse di espansione per la mitigazione del rischio idrogeologico. L’occasione per ricordare il problema del rischio idrogeologico è stato il recente sopralluogo al cantiere dei lavori per la realizzazione del bacino di monte per la laminazione delle piene del fiume Agno-Guà a Trissino. Il lavoro, raccolto nel volume “Acque di Terraferma: il Vicentino” (ed. Marsilio) a cura di Sandra Vantini e Lucia Masotti, insieme ai progetti relativi ai bacini di laminazione illustra le dinamiche che nei secoli hanno segnato il rapporto tra comunità e fiumi, tra montagna e città, tra Terraferma e Repubblica Serenissima, fino ai primi decenni del ventesimo secolo. Carte storiche e relazioni dei tecnici del passato sono messi a confronto con il territorio attuale, le sue prospettive e le problematiche esistenti. Fra le altre opere già finanziate, per le quali sono in corso a diversi stadi di avanzamento le procedure per i lavori, nel territorio vicentino è prevista la realizzazione di un invaso sul fiume Bacchiglione a monte di Viale Diaz in Comune di Vicenza; di un bacino di monte sul torrente Astico nei Comuni di Sandrigo e Breganze; di un invaso sul torrente Orolo nei Comuni di Costabissara e Isola Vicentina; dell’ampliamento del bacino esistente nei Comuni di Montorso Vicentino, Zermeghedo e Montebello Vicentino.

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