In Veneto la formazione per nuovi Agrichef, la scuola di Coldiretti per cuochi di campagna che dopo aver nominato i primi otto pionieri ora sta qualificando altri allievi già titolari o collaboratori di agriturismo sta proseguendo seguendo canoni tradizionali, e per centi versi intaccati da innovativi spunti culinari. Un’esperienza già a metà della durata complessiva di 128 ore teorico-pratiche e che apre finalmente ad una nuova collaborazione con gli istituti alberghieri regionali. Il corso è finanziato dal Fondo Sociale Europeo e promosso da Impresa Verde Verona Srl, la stessa che poi farà da capofila per il prossimo intervento previsto nella città scaligera. In questi mesi i 10 iscritti hanno partecipato a lezioni in aula con approfondimenti su tematiche nutrizionali, agronomiche, alimentari, consuetudini religiose compresi gli aspetti legati all’abbinamento dei vini con le pietanze. I responsabili della “Scuola per Agrichef” hanno organizzato delle visite esterne sempre collegate al cibo e all’origine delle materie prime: per fare qualche esempio l’uscita presso lo stabilimento trevigiano della Pasta Sgambaro nota per l’impronta verde e la ricerca assoluta della provenienza italiana e locale elemento indispensabile per la buona qualità del prodotto. Una tappa è coincisa con l’Associazione dei Produttori Ortofrutticoli Veneti con sede a Zero Branco per conoscere meglio la stagionalità, le tipicità nostrane e la loro storia e identità territoriale. Per le esercitazioni ai fornelli è stata scelta la cucina dell’agriturismo “La Cascina” di Mestre e quella de “La Baita” a Falcade (Bl). “Stiamo puntando molto su questa professione per dare una svolta al concetto di cuoco – ha spiegato Diego Scaramuzza, neo presidente nazionale di Terranostra e docente durante la fase operativa – ovvero quella figura che mette in tavola ciò che direttamente semina o alleva dando un valore aggiunto al suo lavoro di agricoltore che si coniuga con la capacità culinaria. Inoltre – continua – vorremo lanciare un messaggio all’istruzione pubblica affinché la forza dinamica e la diversificazione imprenditoriale in agricoltura trovi la giusta corrispondenza nell’ordinamento scolastico. Gli istituti tecnici non possono pensare solo a diplomare periti agrari o enotecnici, in ambiente rurale si stanno facendo notare sempre più pastori, bachicoltori, pescatori, operatori agricoli sociali, didattici, piloti di droni. Si tratta di una multifunzionalità avanzata che va considerata e osservata con attenzione. Come dirigenti Coldiretti, intanto, non possiamo non prendere in considerazione questa evoluzione che sta cambiando la storia della civiltà contadina: le nuove generazioni stanno animando la campagna con rinnovata energia e creatività, è anche nostra la responsabilità di incoraggiare questa sana rivoluzione”.