È stata aperta la mostra Rita Kernn-Larsen. Dipinti surrealisti, a cura di Gražina Subelytė, Curatorial Assistant del museo, allestita nelle “Project Rooms” della Collezione Peggy Guggenheim e durerà fino al 26 giungo. E’ la prima esposizione di rilievo dedicata alle opere del periodo surrealista della Kernn-Larsen mai organizzata dai tempi della mostra alla Guggenheim Jeune, oltre i confini scandinavi. Il direttore del museo Philip Rylands ha introdotto al pubblico l’esposizione, intima e preziosa, cogliendo l’occasione per presentare anche le due nuove sale espositive della Collezione in cui è allestita, le “Project Rooms”, destinate ad ospitare progetti espositivi finalizzati ad approfondire il lavoro di un artista, o specifiche tematiche legate alla produzione di un determinato interprete del XX secolo, legato alla collezione di Peggy. La giovane curatrice della mostra, Gražina Subelytė, studiosa e ricercatrice, è poi entrata nel cuore vivo del progetto da lei curato, spiegando “la personale di Rita Kernn-Larsen presentata nella galleria londinese di Peggy, la Guggenheim Jeune, nel maggio del 1938, è diventa una pietra miliare nella carriera di entrambe: il culmine del percorso artistico della Kernn-Larsen e l’inizio dell’amore e del mecenatismo di Peggy nei confronti del Surrealismo, che sarebbero durati una vita intera. È giusto quindi oggi scegliere questa mostra per inaugurare le due nuove sale espositive della Collezione, quasi a segnare un nuovo inizio per il museo”. Oltre metà delle opere esposte oggi a Palazzo Venier dei Leoni sono apparse nella personale organizzata da Peggy nel 1938, “sono opere pervase di “sur-realtà” come diceva André Breton, critico e teorico del Surrealismo, per il loro raggiungimento di uno stato conoscitivo “oltre” la realtà”. Rita Kernn-Larsen. Dipinti surrealisti rivela come la Kernn-Larsen sia stata tra le artiste che ha ricoperto un ruolo determinante nell’ambito del movimento surrealista danese e internazionale. Nei primi anni ‘30 la Kernn-Larsen studia con Fernand Léger a Parigi, diventando una delle sue migliori studentesse. Nel 1934 si unisce al gruppo surrealista danese e viene soprannominata dalla critica “la Picasso danese”. Continua ad esporre con i surrealisti, affermandosi come figura cardine all’interno del gruppo stesso, e partecipa nel corso degli anni ’30 ad alcune importanti mostre internazionali in città come Copenhagen, Oslo, Lund, Londra, tra cui spicca l’Exposition Internationale du Surréalisme, alla Galerie Beaux-Arts di Parigi nel 1938, poco prima della sua personale alla Guggenheim Jeune. In questa occasione lo storico dell’arte amico di Peggy, Herbert Read, scrive dell’opera dell’artista: “L’immaginazione è un punto focale inserito entro quel campo vago che è l’inconscio […]. Queste immagini sono personaggi fiabeschi, fantasmi delle oscure roccaforti nordiche che popolano la nostra mente […] e rivelano un po’ del terrore e tutta la fascinazione dei loro antenati mitici” (London Bulletin, giugno 1938). Nello stesso anno la Kernn-Larsen partecipa anche a due collettive presentate alla Guggenheim Jeune: Exhibition of Contemporary Painting e Sculpture ed Exhibition of Collages, Papiers-collés, and Photo-montages. In mostra si può osservare come la Kernn-Larsen riunisca, secondo la sua vena surrealista, sogni e memorie attraverso la tecnica dell’automatismo per far emergere, direttamente dall’inconscio, un flusso di immagini. “Parto da qualcosa di reale e l’inconscio poi fa il resto” spiega l’artista, “Il risultato spesso mi sorprende […] per alcuni collegamenti con la sfera ‘psicanalitica’”. Tra le opere esposte anche il dipinto che la Kernn-Larsen considerò “uno dei miei migliori quadri”, il suo capolavoro Danza e controdanza (1936), nel quale vari ritmi legati all’automatismo pulsano gli uni contro gli altri. L’esposizione veneziana pone in evidenza di come la pittrice sia stata influenzata dal lavoro del belga Paul Delvaux, il cui dipinto L’aurora (1937), alla Collezione Peggy Guggenheim, ritrae delle donne-albero. L’identificazione dell’artista-donna surrealista con la natura fertile ritorna in diverse opere dell’artista danese, tra cui il suo singolare Autoritratto (Conosci te stesso) (1937), acquisito dalla Fondazione Solomon R. Guggenheim nel 2013 grazie a Penny Borda, Lewis e Laura Kruger e il Guggenheim Circle. Sebbene nei suoi ultimi anni Rita Kernn-Larsen si sia allontanata dal Surrealismo per avvicinarsi a un’arte fondata sull’astrazione e la natura, nel 1967 afferma che “Il periodo surrealista fu straordinario […] il periodo migliore della mia vita d’artista”. Tre sue opere, incluso l’autoritratto, furono esposte alla Biennale di Venezia del 1986, selezionate dallo storico dell’arte e curatore Arturo Schwarz, e oggi, dopo oltre trent’anni, ritornano a Venezia.
La mostra riunisce un’importante selezione di dipinti provenienti da collezioni danesi pubbliche e private, tra cui la National Gallery of Denmark di Copenhagen, il Kunstmuseet di Tønder, e il Kunsten Museum of Modern Art di Aalborg. In mostra anche fotografie e documenti inerenti la sua personale alla Guggenheim Jeune, e una video-intervista fatta all’artista in occasione della sua partecipazione alla Biennale di Venezia del 1986. Rita Kernn-Larsen. Dipinti surrealisti è accompagnata da un catalogo illustrato, edito in italiano e inglese, con saggi della curatrice Gražina Subelytė e dello storico del’arte danese Johan Zimsen. Per info, press@guggenheim-venice.it