In laguna lo stato ecologico delle aree ripopolate con praterie di piante acquatiche sta migliorando. Lo dicono i risultati preliminari del progetto europeo SeResto, cofinanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Life, coordinato dall’Università Ca’ Foscari Venezia e condotto in collaborazione con l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra), del Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche e dell’associazione Laguna Venexiana Onlus. Particolarità del progetto è il coinvolgimento della comunità locale: i trapianti e la cura dei siti di nuova colonizzazione sono realizzati dai membri di associazioni amatoriali attive da lungo tempo in laguna, con la supervisione degli esperti scientifici. I risultati dei primi tre anni di lavoro saranno presentati nel corso di un incontro che si terrà venerdì 24 febbraio (h 9.45) nell’Auditorium Santa Margherita di Ca’ Foscari. Su 35 siti di trapianto, ben 33 hanno avuto successo. Dove le piante sono presenti dalla prima campagna del 2014, la qualità dello stato ecologico è passata da ‘scarso’ a ‘buono’. L’area interessata, la Laguna Superiore di Venezia, è classificata di ‘interesse comunitario’ dall’Europa. Obiettivo del progetto è favorire la ricolonizzazione di praterie di piante acquatiche, soprattutto con il trapianto di Zostera marina e Zostera noltei (Zosterella). “Il consolidamento e ripristino dell’habitat acquatico lagunare – ha anticipato sul magazine di Cà Foscari Adriano Sfriso, coordinatore scientifico del progetto e professore di Ecologia al Dipartimento di Scienze Ambientali, Informatica e Statistica – sta già contribuendo al raggiungimento del buono stato ecologico dei corpi idrici della laguna favorendo l’aumento della biodiversità e dei servizi ecosistemici forniti da un ambiente lagunare in buone condizioni ecologiche. Ad esempio, sono in corso miglioramenti della qualità delle acque e del ‘sequestro’ della CO2, incrementi della produttività ittica e della presenza aviaria, e un ritorno all’uso ricreativo per attività di eco-turismo. Il successo della ricolonizzazione può essere ostacolato dall’influenza delle foci dei fiumi, da elevate concentrazioni di nutrienti, soprattutto fosforo, e dalla presenza di macroalghe opportuniste”.

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