Con una nomina di grande levatura scientifica, così come è stata definita dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, Andrea Bruciati (foto), direttore artistico di ArtVerona | Art Project Fair dal 2013 al 2016, è stato nominato direttore dei due siti monumentali Villa d’Este e Villa Adriana a Tivoli, dichiarati entrambi patrimonio Unesco. “Ci congratuliamo e siamo al tempo stesso davvero orgogliosi per il nuovo prestigioso incarico di Andrea Bruciati, che vogliamo ringraziare per la passione e visione con cui ha svolto la direzione artistica di ArtVerona, e per la sua profonda preparazione che trova oggi un ulteriore riscontro a livello nazionale» ha dichiarato Guidalberto Di Canossa, vicepresidente di Veronafiere Spa. “Si apre ora per la manifestazione la fase di valutazione di curricula e candidature per l’individuazione della nuova direzione artistica, che verrà selezionata con la stessa lungimiranza e volontà di investire sulle eccellenze italiane che ha caratterizzato fino ad ora le scelte di Veronafiere-ArtVerona”. Andrea Bruciati vanta una lunga collaborazione con ArtVerona. Dal 2009 al 2012 è stato curatore di On Stage, format nato con l’obiettivo di indagare i diversi anelli del sistema dell’arte, sostenendo fattivamente la promozione e la ricerca, coinvolgendo gallerie emergenti, artisti, curatori, collezionisti e musei. Dal 2013 gli viene affidata la direzione artistica della manifestazione che, grazie alla sua conduzione e alla contestuale acquisizione di Veronafiere, si affina e cresce, attestandosi tra le principali fiere di settore in Italia. Un riconoscimento importante che attesta ad ArtVerona un preciso ruolo di ricerca e sperimentazione teso alla valorizzazione del sistema dell’arte contemporanea italiana, come si legge in una nota. Sono da leggere in tal senso alcuni progetti collaterali nati da sue intuizioni quali Level 0, iniziativa volta a sostenere gli artisti all’interno del circuito museale nazionale; atupertu, programma di incontri per avvicinare i visitatori alla conoscenza degli artisti in fiera; Raw Zone e Tangram, aree curatoriali dedicate a gallerie di ricerca; Wunkerkammern, un caveau virtuale dove convogliano progetti espositivi ed editoriali dedicati ai collezionisti; Focus XX, format teso alla rilettura dei grandi maestri dell’arte del dopoguerra italiano (Enrico Castellani, Fausto Melotti, Osvaldo Licini) e Artes, un’indagine sui media dell’arte contemporanea. Oltre ad Open Source, azioni di contaminazioni tra arte e impresa (Antinori Art Project, Vinitaly 2016 e Alchimie 2016-2017), come, del resto, le diverse mostre da lui curate quali Frammenti di un discorso amoroso (Museo Lapidario Maffeiano, Chiesa di San Giorgetto, Casa di Giulietta e Museo Civico di Storia Naturale di Verona, 2013), Noli me tangere. L’arte in movimento e la malattia dei sentimenti di Michelangelo Antonioni (Biblioteca Civica di Verona, 2014), La regina dei Caraibi (AMO – Arena Museo Opera, 2015) e Il flauto magico. 16 collezionisti per un’istituzione (Museo di Castelvecchio, 2016).

 

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