Il professor Luciano Bevilacqua, noto e stimato ginecologo-oncologo di Padova, è un Veterano dello sport, premiato nel 2004 “Atleta dell’anno” dall’omonima Associazione padovana e insignito dal Coni Nazionale nel 2012 della Stella al merito sportivo. Due figlie, quattro nipoti, con la moglie Fiorella ha festeggiato nel 2015 i cinquant’anni di matrimonio. Socio del Panathlon, del CUS e di Assindustria Sport di Padova, ha completato 78 tra maratone e corse in montagna. L’ultima maratona il 25 ottobre 2015, giorno del suo 78° compleanno. D: Quanti sport ha praticato? R: Ne ho davvero combinate tante. Gli sport che ho praticato sono dieci. Ho sempre preferito fare dieci sport male piuttosto che solo uno bene. Dal 1970 ho praticato tennis per trentanni. Dal 1975 pratico alpinismo e arrampicata su roccia e ghiaccio: ho partecipato a spedizioni in Nepal sul Lang Tang a 6.250 metri e sul Kilimangiaro a 5.995 metri, ho percorso numerose vie sulle Dolomiti fino al 5° grado e importanti vie sulle Alpi Occidentali tra cui trenta cime di oltre 4.000 metri (Bianco, Cervino, Rosa, Jungfrau, Grossglockner…). Mi sono divertito alle gare di slalom gigante con i Club Lions e praticando lo sci alpinismo su cime sopra i 4.000 metri, tuttora nelle Alpi di Francia, Svizzera, Austria e Italia. Ho preso parte per 20 volte alla Vogalonga di Venezia e, dopo aver frequentato il corso di canoa da discesa ad Ivrea, ho partecipato a discese sulla Dora, sul Brenta, sullo Stella e altri corsi d’acqua. Nel 2000 ho preso parte anche ai Campionati Mondiali seniores di canottaggio ad Anversa. Il golf lo pratico dal 1980, raccogliendo fondi per attività benefiche e organizzando gare nei vari campi della penisola. Alla guida di una Porsche 911 del 1969 ho partecipato a oltre venti rally di autostoriche sempre con mia moglie a fianco, come navigatore. Ed infine, la corsa in montagna e la maratona, la mia “specialità”. D: Quante maratone ha concluso? R: Dal 1986 ho corso 56 maratone: tre volte New York, due Londra, Berlino, Budapest, quindici Montecarlo, quindici Padova, venti Venezia. Nel 2000 ho iniziato le corse in montagna: otto Cortina-Dobbiaco, nove Camignade dei 6 Rifugi, due Giri del Pelmo, due maratone delle 3 Cime. L’anno che mi ha visto più impegnato è stato il 2012 con la gara di scialpinismo in notturna ad Arabba, le maratone di Montecarlo e di Padova, la Cortina Dobbiaco, la Camignada dei 6 Rifugi, il Giro del Pelmo e la Venicemarathon. Ma non mi sono fermato: dal 2013 ad oggi ho preso parte a otto maratone, tre Camignade, tre Cortina-Dobbiaco, due Giri del Pelmo e due gare di scialpinismo in notturna. D: Quindi mare, fiumi, montagna, ghiacciai, campagna, città. R: Anche deserto. Dal 1985 ho utilizzato il camper in numerosi viaggi. Ho raggiunto il Marocco e il Sahara, oltre che Capo Nord, Grecia, Sicilia, Turchia……D: Come ricorda la sua ultima maratona di New York? R: Avevo corso la maratona di New York già nell’89 e nel 92, ma nel 2007 non l’ho corsa, l’ho gustata, vissuta, spalmata in cinque ore di gratificante fatica. Definire la maratona di New York una gara podistica è ingiusto e decisamente restrittivo. Direi che la gara in sé costituisce una minima parte dello spettacolo offerto da tale manifestazione. E’ la maratona più celebrata, la più frequentata, la più difficile. Partecipano i migliori maratoneti del mondo, i premi sono alti, gli sponsor si sprecano. Eppure quei due-trecento atleti che completano la corsa tra le 2h e 10’ e le 2h e 30’ non sanno cosa perdono. La manifestazione è un inno all’entusiasmo, alla gioia di vivere quel momento sia da parte di chi corre, sia da parte di quelle due ali di folla che per ore incitano i podisti lungo tutto il percorso offrendo caramelle, cioccolato, banane, acqua. Per non parlare delle decine di bande musicali, di complessi di ogni tipo, dalle cornamuse scozzesi al concerto per soli tamburi, dal country al jazz. Bisogna correre piano per gustare questa straordinaria fantasia musicale! Impossibile descrivere i colori di questo enorme serpentone che riempie completamente il ponte di Verrazano alla partenza o quei dieci chilometri a sei corsie della 1^ Avenue. Poi si entra nel Bronx: è il tratto meno partecipante alla corsa, meno spettatori, meno musica; è il momento in cui solitamente si manifesta la crisi. Si dice infatti che la maratona inizia al 30° chilometro! Per fortuna dopo cinque chilometri si rientra a Manhattan, nella favolosa 5^ Strada. Si costeggia tutto Central Park: la folla è in delirio. Le gambe non si sentono più, ma tanto non servono. Gli ultimi chilometri si fanno con il cuore e con la volontà. Poi ecco l’arrivo, il finish. Sono passato con le braccia alzate, come il vincitore (keniota, come il solito) anche se sono arrivato credo 30.320°, scortato dalle congratulations dei passanti. D: E la prossima maratona per i suoi 80 anni?
R: Mi sto preparando per il Cammino di Santiago de Compostela. Mi alleno due volte la settimana percorrendo dieci-dodici chilometri con uno zaino di circa dieci chili in spalla, peso medio per fare il viaggio. Lo consiglio a tutti coloro che intendono cimentarsi nell’impresa…..Il prof. Bevilacqua si è laureato e specializzato con lode, Libero Docente in Clinica Ostetrica e Assistente per sette anni, Aiuto per sette anni in Radiologia, Primario per dieci anni in Oncologia e Radioterapia, Docente universitario a Padova e a Manchester, Ufficiale medico nella Sanità Militare, ha pubblicato 51 lavori scientifici ed ha partecipato quale chairman e relatore a numerosi congressi scientifici nazionali e internazionali. E’ socio dell’AIOM (Associazione Italiana Oncologia Medica), socio fondatore dell’AGEO (Associazione Ginecologi Extra Ospedalieri) e del Lions Club di Padova Morgagni. Il Lions International lo ha insignito di tre Melvin Jones, massima onorificenza del Club.
(Odetta Dalla Mora)

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