Le occasioni per passare delle belle “Festività con l’Arte” non mancano, dal nord al sud d’Italia ma anche nella vicina Svizzera, e , per chi si trovasse in quel Paese, anche in Giappone. Vediamone alcune, invitando ovviamente chi le sceglierà a controllare sul sito di ciascuna di esse, orari e aperture.
La nostra proposta parte dalla Sicilia per risalire alla Svizzera. Muybridge Recall è il titolo della originale mostra che sino al 19 febbraio è allestita ad Acireale, alla Galleria Credito Siciliano.
“Le fotografie di Muybridge rivelano chiaramente gli errori in cui sono incorsi tutti gli scultori e i pittori quando hanno voluto rappresentare le diverse andature del cavallo”. A scriverlo fu Paul Valéry riconoscendo l’importanza di Eadweard Muybridge (1830 – 1904), il fotografo che “inventò” il movimento, influenzando con le sue immagini Degas e gli artisti del suo tempo e anticipando la nascita del cinema.
Dalla Sicilia alla Sardegna. Dove il Man di Nuoro propone, sino al 5 febbraio, Soggettivo – Primordiale. Un percorso nell’espressionismo tedesco attraverso le collezioni dell’Osthaus Museum di Hagen. In mostra gli artisti che si riconoscevano in sodalizi come il “Die Brücke” (Il ponte) o “Der Blaue Reiter” (Il Cavaliere Azzurro). Rivoluzionari dell’arte e del pensiero che in una Germania stretta tra il conservatorismo della politica imperiale e la crescita di una nuova cultura di massa, trovarono riferimento nei valori dell’individualismo e del primordio, alla ricerca di esperienze di vita autentiche e originali. “Stupefacente” è stata definita – e siamo in Umbria – Alberto Burri: Lo Spazio di Materia – tra Europa e U.S.A., sino al 6 gennaio a Città di Castello (PG), Ex Seccatoi Tabacco. Qui, Fautrier, Dubuffet, Pollock, Motherwell, Hartung, De Kooning, Wols, Calder, Marca-Relli, Scarpitta, Matta, Nicholson, Tàpies, Colla, Rauschenberg, Twombly, Johns, Fontana, Manzoni, Castellani, Uncini, Lo Savio, Klein, Rotella, Christo, Tinguely, Arman, César, Morris, Sonnier, Beuys, Kounellis, Calzolari, Pistoletto, Pascali, Nevelson, Piene, LeWitt, Scialoja, Mannucci, Leoncillo, Andre, Afro, Chamberlain, Capogrossi, Kiefer, Miró, Soulages e altri. A confronto, mai casuale, con il padrone di casa, Alberto Burri.
Sempre in Umbria, ma a Perugia un triplo appuntamento. Con L’Umbria sullo Schermo. Dal cinema muto a don Matteo, sino al 15 gennaio in Palazzo Baldeschi al Corso. Dario Argento, Pupi Avati, Mario Monicelli, Liliana Cavani, Franco Zeffirelli, Roberto Benigni, Alberto Sordi e Carlo Verdone, Mickey Rourke e Peter Ustinov. Ma anche Rodolfo Valentino e, naturalmente, Monica Bellucci. Nomi e volti che testimoniano, tra i tanti, l’Umbria come set di grandi produzioni cinematografiche e televisive. Doppio l’ appuntamento, sino la 22 gennaio, in Palazzo Lippi Alessandri. Con la doppia mostra I Tesori della Fondazione Cassa di Risparmio. La Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia apre lo scrigno dei suoi tesori d’arte, frutto di venti anni di collezionismo. La selezione propone oltre 50 importanti dipinti rappresentativi non solo delle esperienze artistiche che si affermano in Umbria nell’arco di quattro secoli, dal Trecento al Settecento, ma anche di altri aspetti della cultura figurativa italiana dal Rinascimento al Barocco. E, parallelamente, il medesimo spazio espositivo accoglie la mostra dedicata al caravaggismo nelle collezioni perugine. In Toscana, doppio anche l’invito a Viareggio. In Villa Argentina, sino all’8 gennaio, epea – European Photo Exhibition Award. “Confini sfuggenti”: per la prima volta a Viareggio la palestra europea della fotografia. Il lavoro di 12 fotografi che hanno percorso l’Europa, per interpretarne, con i loro scatti, i cambiamenti più profondi, secondo il tema “Confini sfuggenti”. Una collettiva che raccoglie centinaia di immagini capaci di focalizzare l’evoluzione dei territori europei. Una mostra che giunge a Viareggio dopo la “prima” alla Fondazione Gulbenkian a Parigi, per poi approdare ad Amburgo e Oslo.
E Il tempo di Signorini e De Nittis. L’Ottocento aperto al Mondo nelle Collezioni Borgiotti e Piceni, sino al 26 febbraio alla Fondazione Matteucci per l’Arte Moderna. A confronto i magnifici De Nittis, Zandomeneghi e Boldini con opere non meno superbe di Signorini, Lega e degli altri protagonisti del momento macchiaiolo. E’ il racconto per immagini della “singolar tenzone” intellettuale e artistica che intercorse tra due straordinari collezionisti milanesi: Enrico Piceni e Mario Borgiotti.
Diversi gli appuntamenti in Emilia Romagna. A Bologna, al Museo Morandi, Ennio Morlotti. Dalla collezione Merlini al Museo Morandi , sino all’8 gennaio. Affascinante confronto, al Museo Morandi di Bologna, tra due protagonisti dell’arte italiana del Novecento. Un confronto che trova ragione nella stima di Morandi per il più giovane Morlotti che, a sua volta, riconosceva in Morandi un suo maestro. A rendere possibile questo confronto, le opere del Museo Morandi vis a vis con i bellissimi Morlotti della Collezione Merlini.
Nella vicina Ferrara, la vedette è Orlando Furioso 500 Anni. Cosa vedeva Ariosto quando chiudeva gli occhi, ai Diamanti sino a 29 gennaio. Qui si viene condotti in un appassionante viaggio nell’universo ariostesco, tra immagini di battaglie e tornei, cavalieri e amori, desideri e magie. Tappe i capolavori dei più grandi artisti del periodo, da Paolo Uccello ad Andrea Mantegna, da Leonardo a Raffaello, da Tiziano a Dosso Dossi: creazioni straordinarie che fanno rivivere il fantastico mondo cavalleresco del Furioso e dei suoi paladini, offrendo al contempo un suggestivo spaccato dell’Italia delle corti di cui è espressione il capolavoro dell’Ariosto. Sempre a Ferrara, da non dimenticare il nuovo allestimenti in Castello dei capolavori di de Pisis, Boldini, Previati e Mentessi delle civiche raccolte.
A Reggio Emilia, in Palazzo Magnani sino al 14 febbraio, Reggio Emilia, Palazzo Magnani Liberty in Italia. Artisti alla ricerca del Moderno. 300 opere, in gran parte inedite, per raccontare in modo nuovo il Liberty italiano. La sua anima più propriamente floreale e quella “modernista”, più inquieta e vicina a influenze europee. Che porterà, da lì a poco, alle ricerche delle avanguardie e allo sviluppo in chiave più stilizzata ed essenziale del linguaggio decorativo.Ricco di proposte anche il Veneto. Si comincia da Venezia, dove hanno ancora un sapore di fresco le Nuove sale dell’Ala Palladiana delle Gallerie dell’Accademia. Sette nuove sale, allestite nell’ala del convento dei Canonici Lateranensi disegnata da Andrea Palladio, ospitano i protagonisti dell’arte veneziana e veneta tra Sette e Ottocento. Sebastiano Ricci, Rosalba Carriera, Canaletto, Bellotto e Guardi, Hayez, tra i tanti. Ma soprattutto Antonio Canova cui sono riservati gli spazi della luminosa galleria e il celebre Tablino. A Rovigo, I Nabis, Gauguin e la pittura italiana d’avanguardia, sino al 14 gennaio in Palazzo Roverella. Un centinaio di opere, molte conosciute, altre da scoprire, quattro grandi “isole” e tanto, tanto colore. Questa è una mostra di emozioni. E di storie intense. Storie di artisti in fuga, da città, da legami, da loro stessi, in molti casi. Che trovano rifugio in riva al mare, quello potente della Manica o quello dolce e casalingo della Laguna veneziana. Quasi fossero alla ricerca del valore purificatore dell’acqua e degli elementi naturali.
Nella vicina Fratta Polesine, al Museo Nazionale Archeologico sino al 26 febbraio, Storia del Profumo, Profumo della Storia. Chissà se la Storia sarebbe stata la stessa nel caso in cui Cleopatra non avesse usato i suoi mitici unguenti profumati! In mostra tremila anni di profumi, attraverso i loro contenitori: da quelli dell’età greca e romana ai marchi della grande profumeria planetaria di oggi. Insieme a oggetti, libri, antichi formulari e farmacopee, strumenti multimediali. Oltre a esperienze sensoriali.
All’insegna del “divertimento”, la proposta di Padova dove, al San Gaetano, sino al 26 febbraio, c’è Godzil-Land Un viaggio fantastico dal Mondo Perduto a Jurassic Park. I piccoli li amano per la loro mostruosa aggressività, gli adulti per la loro silenziosa testimonianza. I dinosauri sono diventati una costante culturale del nostro tempo. La fantascienza li ha resi protagonisti di storie indimenticabili. Come questa mostra dimostra. Treviso cala molte, notevoli proposte. Innanzitutto Storie dell’Impressionismo. I grandi protagonisti da Monet a Renoir, da Van Gogh a Gauguin, sino al 17 aprile, al Museo di Santa Caterina. 140 opere, quasi tutti dipinti, ma anche fotografie e incisioni a colori su legno, per raccontare, come prima mai fatto in Italia, le varie storie dell’impressionismo. Opere, spesso capolavori, provenienti da musei e grandi collezione di mezzo mondo. Sempre a Santa Caterina, Tiziano Rubens Rembrandt. L’immagine femminile tra Cinquecento e Seicento. Tre capolavori dalla Scottish National Gallery di Edimburgo. Sono la Venere che sorge dal mare di Tiziano, il Banchetto di Erode di Rubens e Una donna nel letto di Rembrandt, concessi dalla Scottish National Gallery e offerti da Marco Goldin ai visitatori della grande mostra sulla Storia dell’Impressionismo, per festeggiare insieme i primi 20 anni di Linea d’ombra. Ancora in Santa Caterina Da Guttuso a Vedova a Schifano. Il filo della pittura in Italia nel secondo Novecento. Guttuso, Afro, Music, Turcato, Zigaina,Tancredi, Ferroni, Vedova, Guccione, Novelli, Schifano, Ruggeri, Morlotti, Scialoja, Birolli, Pizzinato, Dorazio, Vespignani, Bendini, Francese, Olivieri, Sarnari, Ruggero Savinio, Lavagnino… sono solo alcuni dei 55 artisti che Marco Goldin ha riunito per raccontare 55 anni di storia della pittura in Italia. Sempre a Treviso e sempre tra le iniziative collaterali alla grande mostra sull’Impressionismo, in Palazzo Giacomelli De Pictura. 12 pittori in Italia. Claudio Olivieri, Claudio Verna, Mario Raciti, Pier Luigi Lavagnino, Attilio Forgioli, Ruggero Savinio, Franco Sarnari, Piero Guccione, Piero Vignozzi, Gianfranco Ferroni. Sono i 12 artisti riuniti da Marco Goldin a Palazzo Giacomelli, a vent’anni dal loro primo incontro a Palazzo Sarcinelli. Con in più un omaggio a Vincenzo Nucci, ad un anno dalla morte. I vent’anni di Linea d’ombra sono celebrati anche a Conegliano, Palazzo Sarcinelli, con Ode alla pittura sino all’8 gennaio. Nei suoi 15 anni di direzione di Palazzo Sarcinelli (1988 – 2002), Marco Goldin ha proposto ben 75 mostre. Che hanno fatto della sede espositiva coneglianese uno dei maggiori punti di riferimento italiani per la pittura contemporanea. La direzione di Goldin ha stimolato la donazione alle Collezioni stabili del Palazzo di quasi 200 opere. La mostra propone una selezione di 107, per delineare un percorso culturale e critico unico in Italia per unitarietà e livello. Su altro registro, a Treviso in Fondazione Benetton, La geografia serve a fare la guerra? Mappe e arte in mostra sino al 19 febbraio. Ma è proprio vero che La geografia serve a fare la guerra? Certo, senza geografia le guerre non sarebbero nemmeno immaginabili, ma a fare la guerra è sempre l’uomo che per raggiungere i suoi obiettivi è disposto a utilizzare tutti i saperi disponibili come quelli della fisica, della chimica, della geometria o della matematica. E, naturalmente, anche la geografia. Molti e diversi anche gli appuntamenti di Vicenza. A cominciare da Andrea Palladio. Il mistero del volto, sino al 4 giugno al Palladio Museum. La vicenda potrebbe piacere a Dan Brown. Nessuno può dire che aspetto avesse Palladio, il più conosciuto architetto degli ultimi cinque secoli. Perché il “padre” della Casa Bianca non ha un vero volto? Guido Beltramini conduce il visitatore nei meandri di una storia che si è fatta leggenda, tra falsificazioni, equivoci e colpi di scena. Giungendo ad una verità che riporta, non a caso, a Erasmo da Rotterdam. Sono importanti le iniziative intorno alla riapertura di Palazzo Chiericati come nuova e più ampia sede della notevole Pinacoteca Civica. Innanzitutto da ammirare sono le sale ricchissime di opere proposte in un allestimento di grande eleganza. Poi, negli ambienti sotterranei, le antiche cucine del Palazzo, la mostra Ferro, Fuoco, Sangue. Vivere la Grande Guerra, sino al 26. Questa è una mostra di emozioni, di verità che fanno realmente “Vivere la Grande Guerra”. E’ una mostra che ti sommerge, inquieta, che non lascia indifferenti perché trasforma una “epopea,” conosciuta dai più solo attraverso i libri di storia, in quello che la guerra in realtà fu: “Ferro, Fuoco e Sangue”. Dallo stesso Chiericati, dove è esposto in una mostra dossier il “Cristo crocifisse” parte un itinerario dedicato a Giovanni Bellini. Itinerario che conduce ad ammirare il “Battesimo di Cristo” in Santa Corona e, alle Gallerie d’Italia – Palazzo Leoni Montanari, la “Trasfigurazione” che sino al ‘600 era in Cattedrale, capolavoro che torna, “Ospite Illustre”, per la prima volta a Vicenza. Un percorso che esalta il ruolo di primo pittore italiano avuto dal Bellini al suo tempo. In Lombardia, a Milano, al Museo di Storia Naturale sino al 30 aprile, Terremoti. Origini, storie e segreti dei movimenti della Terra. Ogni qualvolta si verifica un terremoto di una certa importanza e magnitudo in grado di provocare danni e vittime ci si interroga sulla natura di questa manifestazione del nostro pianeta. Questa mostra offre risposte precise. E mostra come dai terremoti ci si possa difendere, basta che si scelga di volerlo fare. A Cremona, al Museo del Violino sono al 29 gennaio, Janello Torriani. Genio del Rinascimento. Riuscì ad affascinare i due più potenti Sovrani del suo tempo, Carlo V e suo figlio Filippo II, che lo vollero al loro fianco, considerandolo un genio come per noi oggi è Leonardo da Vinci. A differenza di Leonardo, Janello Torriani non sapeva dipingere, non era un intellettuale, eppure le sue grosse mani da fabbro seppero creare meraviglie che tutta l’Europa ambiva. In Piemonte, il grande appuntamento è con Futurballa, sino al 27 febbraio ad Alba alla Fondazione Piera Pietro e Giovanni Ferrero. Grandi prestiti internazionali, molte opere mai prima viste in Italia, per raccontare Giacomo Balla. Dall’apprendistato torinese al realismo sociale, alla sperimentazione della tecnica divisionista al grande momento futurista. In Svizzera, davvero straordinaria è la mostra Legni preziosi. Sculture, busti, reliquiari e tabernacoli dal Medioevo al Settecento, a Rancate (Mendrisio) alla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst sino al 22 gennaio. Una materia povera, il legno, diventa capolavoro d’arte nelle mani di chi sa trasformalo in un oggetto di culto, di devozione e di piacere anche solo estetico. Le opere dei grandi maestri italiani, svizzeri ed europei, tra Medio Evo e Settecento sono per la prima volta riunite in una affascinante mostra. Allestita da Mario Botta. Dalla Svizzera al lontano Giappone dove, sino al 15 gennaio, il National Art Center di Tokyo e il National Museum of Art di Osaka propongono, grazie alla collaborazione delle Gallerie dell’Accademia, la più imponente mostra sull’arte veneziana mai ammirata in Giappone. “Venetian Renaissance Paintings from the Gallerie dell’Accademia, Venice” è l’evento clou delle manifestazioni culturali organizzate per celebrare il Centocinquantesimo anniversario del Trattato di Amicizia e di Commercio siglato nel 1866 da Giappone e Italia. Le occasioni davvero non mancano!
Studio Eesseci di Sergio Campagnolo – Ufficio Stampa e P.R. Via San Mattia, 16 – 35121 Padova – 049.66.34.99

Lascia un commento