C’è anche un po’ di Veneto nel nuovo stabilimento ‘verde’ della L’Oréal, il più grande per dimensioni produttive dei 45 posseduti dal gruppo nel mondo, con i suoi 400 dipendenti e 1,1 miliardi di fatturato, inaugurato di recente alla presenza del Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e del Lavoro Giuliano Poletti a Settimo Torinese. Uno stabilimento che grazie ad un sistema di teleriscaldamento e teleraffrescamento, energia solare da pannelli fotovoltaici, e una centrale energetica a biomasse, ha come obiettivo le “emissioni zero”. la caldaia a biomasse solide è stata progettata e fornita da Uniconfort, azienda di San Martino di Lupari (Padova) che da oltre 65 anni lavora nel campo della valorizzazione energetica delle biomasse, uno dei maggiori player in questo settore nel mondo che si distingue per l’alta tecnologia e qualità. Una caldaia di ultimissima generazione già oggetto di visite da parte della stampa specializzata di diversi Paesi europei, l’ultimo lo scorso 23 novembre con giornalisti francesi e del Nord Europa. “La nostra caldaia viene utilizzata per alimentare un impianto di cogenerazione gestito dalla Solis (società facente parte del gruppo di Elaris Holding) a un chilometro di distanza dall’azienda – ha illustrato Davis Zinetti, Amministratore delegato di Uniconfort – L’impianto, genera 4,1MW di potenza termica e 1 MW elettrico. L’energia elettrica prodotta viene venduta alla rete, l’energia termica viene invece utilizzata per scaldare l’acqua necessaria per alimentare il sistema di teleriscaldamento che la L’Oréal utilizza per il riscaldamento e il rinfrescamento dei locali di lavoro ma anche per alimentare una rete di teleriscaldamento a servizio di condomini, centri commerciali, ospedali e fabbriche di Settimo Torinese”. La caldaia è alimentata con cippato a filiera corta, acquistato cioè da produttori locali, che lo ricavano dalla pulizia virtuosa dei boschi situati nei dintorni. Grazie all’utilizzo di questo combustibile ‘verde’ le emissioni di CO2 si riducono a zero. L’uso di biomasse è infatti a bilancio nullo rispetto all’anidride carbonica, perché durante la combustione viene rilasciata la stessa quantità di CO2 fissata dalle piante durante la crescita. Non solo. L’impianto adotta sofisticati sistemi di abbattimento delle polveri sottili, dell’ossido di azoto e del monossido di carbonio grazie a particolari filtraggi, garantendo la massima sostenibilità ambientale. E senza aggravi di costi, anzi, visto che il costo delle biomasse solide è inferiore fino alla metà rispetto all’equivalente combustibile derivato dagli idrocarburi. Ancora una volta, quando si parla di caldaie a biomasse solide, il partner obbligato in Italia e all’estero è proprio Uniconfort, che nel 2016 ha raggiunto il traguardo di più di 2800 caldaie prodotte nei suoi oltre 65 anni di attività. Un traguardo che ha significato anche un risparmio per l’ambiente di 100 mila tonnellate di emissioni di CO2, l’equivalente di quanto esce dal tubo di scappamento di 10 mila automobili che fanno il giro completo della terra. Le sue caldaie ad uso industriale, con potenza tra i 90 kWt e i 25 MWt, scaldano aziende, piscine, ospedali, alberghi, scuderie, imprese agricole, e grazie al teleriscaldamento anche quartieri o intere città. In Italia e all’estero, nel continente americano, in Africa, Europa, Asia e Oriente, lavorando anche per multinazionali come la Bacardi drink. E questo grazie soprattutto alla capacità di innovare, in un settore, quello dell’energia generata da fonti rinnovabili, che spesso trae vantaggio degli incentivi ma che, per quanto riguarda le biomasse solide, è appetibile anche senza sostegno.

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