Evento allo stabilimento della Vetri Speciali sorto laddove, fino a 3 anni fa, operava a Gardolo la Whirlpool: la prima bottiglia uscita dal forno di fusione, che al massimo del suo potenziale sfornerà 350.000 pezzi al giorno (su un ciclo di 24 ore). Già 190 i lavoratori impiegati, di cui 117 ex-dipendenti della multinazionale del freddo, che nel luglio 2013, con un annuncio-choc, aveva comunicato la sua volontà di chiudere. Entro il 2021 i posti di lavoro saliranno a 250. E’ una vittoria che indica la strada per il futuro, fondata su un nuovo modello di politiche industriali, sulla creazione, da parte dell’ente pubblico, di un contesto favorevole all’impresa e agli investimenti, per un Trentino che deve continuare a credere nel manifatturiero. Un successo, infine, anche sul piano occupazionale, con la riqualificazione e la successiva riassunzione di una quota consistente di lavoratori che avevano perso il posto a causa di una grave crisi aziendale. “Quel giorno indimenticabile – ha detto il vicepresidente della Provincia Alessandro Olivi – eravamo attoniti, sbigottiti. Quello che chiedemmo ai lavoratori fu di avere fiducia in noi. Non era una richiesta da poco. Oggi, nel ringraziarli, possiamo dire che quella fiducia è stata ben riposta. L’avvio della produzione in questo stabilimento è un successo di tutta la comunità, dovuto ad una serie di fattori. Il primo è la natura stessa del Trentino, la sua volontà di rimettersi in moto, di non arrendersi. Però, certamente una comunità ha bisogno di aziende serie e responsabili, come questa, una realtà di portata internazionale che ha individuato in Spini il luogo dove avviare un nuovo, grande progetto industriale di lungo periodo. La Provincia e il Comune, dal canto loro, hanno fatto quello che dovevano. Soprattutto sul versante della velocizzazione dei tempi e dell’abbattimento delle barriere burocratiche. Avevamo fatto un accordo, quest’estate, che per la prima volta predeterminava, in 3 mesi, il tempo necessario per la pubblica amministrazione per concludere le pratiche autorizzative, Lo abbiamo rispettato. Infine, abbiamo sperimentato qui un nuovo approccio alla gestione di un patrimonio pubblico e soprattutto un nuovo modello di relazioni industriali, basato sulla piena collaborazione fra tutti gli attori del sistema: impresa, lavoratori e loro rappresentanze, ente pubblico. E attenzione. questa è un’operazione che non ha comportato l’erogazione di contributi. Abbiamo trovato un accordo sull’immobile e abbiamo individuato un’azienda che ha investito del suo. Questa l’innovazione, questo il nuovo modo di fare politiche industriali: creare un contesto più agevole per siglare con l’azienda un vero e proprio patto di sviluppo”.