Con l’inizio del 2020 una rosa è stata messa sulla tomba di Raffaello al Pantheon di Roma. Un fiore come omaggio e traccia di memoria, per aprire le celebrazioni per i 500 anni dalla sua morte, avvenuta il 6 aprile 1520, all’età di 37 anni. Il 2019 è stato l’anno di Leonardo da Vinci, il 2020 è l’anno di Raffaello (Urbino, 1483 – Roma, 1520), uomo e artista dalla “vita felice”, così lontano dalle inquietudini di Michelangelo, per usare le parole dello studioso d’arte rinascimentale, architetto, restauratore e scrittore Antonio Forcellino (che a Raffaello, Leonardo e Michelangelo ha dedicato numerosi libri). Delle mostre di Raffaello fa una carellata il Bo live,il giornale web dell’universita’di Padova. Cinquecento anni fa il corpo dell’artista – come ricordato – venne sistemato nell’edicola della Madonna del Sasso, opera commissionata dallo stesso Raffaello ed eseguita dallo scultore Lorenzo Lotti, detto Lorenzetto. Alla Galleria nazionale delle Marche, a Palazzo Ducale a Urbino, fino a domenica 19 gennaio, è possibile visitare Raffaello e gli amici di Urbino, a cura di Barbara Agosti e Silvia Ginzburg, una mostra che racconta gli anni di crescita e formazione dell’artista nella sua città natale. Una tappa obbligata, inserita dal New York Times nella lista dei 52 luoghi da visitare. La mostra più attesa del 2020 è quella di Roma, che ha già registrato un avvio di prevendita da record: diecimila prenotazioni nelle prime 48 ore. Dal 5 marzo al 2 giugno, alle Scuderie del Quirinale, la grande monografica rappresenterà l’evento di punta del programma approvato dal Comitato nazionale, istituito dal ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo. L’evento espositivo alle Scuderie del Quirinale, curato da Marzia Faietti e Matteo Lafranconi con il contributo di Vincenzo Farinella e Francesco Paolo Di Teodoro (affiancati da un comitato scientifico presieduto da Sylvia Ferino e formato dai più accreditati specialisti del settore), si intitola “solo” Raffaello: basta il nome, non serve altro per rendere l’idea della straordinarietà di questa mostra. Esposte oltre 100 opere dell’artista, tra dipinti e disegni, mai viste in così gran numero tutte insieme: tra queste la Madonna del Granduca e la celebre Velata dalle Gallerie degli Uffizi, la Santa Cecilia dalla Pinacoteca di Bologna, la Madonna Alba dalla National Gallery di Washington, il Ritratto di Baldassarre Castiglione e l’Autoritratto con amico dal Louvre, la Madonna della Rosa dal Prado. Con un focus dedicato al periodo romano di Raffaello, complessivamente più di 200 le opere. Le Gallerie degli Uffizi hanno dato un contributo fondamentale in termini di prestiti, con circa 50 opere, di cui oltre 40 dello stesso Raffaello. Tanti i capolavori giunti a Roma dalle collezioni dei più importanti musei italiani e stranieri: le Gallerie Nazionali d’Arte Antica, la Pinacoteca Nazionale di Bologna, il Museo e Real Bosco di Capodimonte, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la Fondazione Brescia Musei, e all’estero, oltre ai Musei Vaticani, il Louvre, la National Gallery di Londra, il Museo del Prado, la National Gallery of Art di Washington, l’Albertina di Vienna, il British Museum, la Royal Collection, l’Ashmolean Museum di Oxford, il Musée des Beaux-Art. Anche i Musei Vaticani stanno lavorando al programma di iniziative culturali Le celebrazioni raffaellesche in Vaticano, e così, sempre a Roma, la Galleria Borghese e la Domus Aurea, il Mart di Rovereto, la Pinacoteca Ambrosiana e il Museo della Permanente di Milano dove, per scoprire Raffaello, si può già fare una esperienza multimediale immersiva. Dal 3 ottobre sarà invece la National Gallery di Londra a inserirsi nel calendario delle celebrazioni con la mostra The Credit Suisse Exhibition: Raphael, che racconterà i vent’anni di attività dell’artista di Urbino attraverso 90 opere in arrivo da Louvre, Musei Vaticani, Uffizi, National Gallery of Art di Washington e Museo del Prado. (ph, autoritratto di Raffaello. arch.)